giovedì 24 aprile 2014

Eloro DOC

Eloro D.O.C. (D.M. 3/10/1994 - G.U. n.238 del 11/10/1994)

 zona di produzione
● in provincia di Siracusa: comprende in tutto o in parte il territorio amministrativo dei Comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini;
● in provincia di Ragusa: comprende il territorio del Comune di Ispica;

base ampelografica
● rosato, rosso (min. 90% nero d'Avola e/o frappato e/o pignatello; possono concorrere altre uve a bacca rossa racc. e/o aut. per le province di Ragusa e Siracusa max. 10%); se almeno un dei vitigni raggiunge la percentuale del 90%, può essere menzionato in etichetta;
● Pachino, riserva: min. 80% nero d'Avola, max. 20% frappato e/o pignatello;

norme per la viticoltura
● è consentita l'irrigazione di soccorso durante il periodo primaverile-estivo sino ad un massimo di due interventi;
● per i nuovi impianti e reimpianti la densità di impianto dovrà essere di almeno 3.000 ceppi/ha;
● la resa massima di uva in coltura specializzata non deve superare le 11 t/Ha per tutte le tipologie, il titolo alcolometrico volumico minimo naturale deve essere di 11,00% vol. per i Rosati, 11,50% vol. per i Rossi e 12,00% vol. per la sottozona Pachino;

norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione, ivi compreso l'affinamento e l'invecchiamento obbligatori, devono essere effettuate all'interno della zona delimitata, tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali, tali operazioni possono essere effettuate anche in altri Comuni compresi nelle province di Ragusa e Siracusa, purchè le uve siano prodotte nei vigneti situati nella zona di produzione;
● il vino "Eloro" con la menzione della sottozona Pachino, non può essere immesso al consumo prima del 1° aprile dell'anno successivo a quello di produzione delle uve e può essere qualificato come "Riserva" se sottoposto ad un periodo minimo d'invecchiamento di 2 anni a partire dal 15 ottobre dell'anno della vendemmia, di cui almeno 6 mesi in botti di legno;

norme per l'etichettatura
● sulle bottiglie o altri contenitori di vino a Doc "Eloro" può esserer riportata in etichetta l'indicazione dell'annata di produzione delle uve, tale indicazione è obbligatoria per il vino "Eloro" Pachino Riserva



Tipologie: 
. Eloro Frappato
. Eloro Nero d’Avola
. Eloro Pignatello

Uve consentite: nella realizzazione delle sopra indicate tipologie devono concorrere per un minimo dell’85% i vitigni indicati in etichetta e per un max del 15% altri vitigni autorizzati.
Gradazione minima: da 12° a 13,5°.

Eloro Rosso 
Uve consentite: concorrono alla realizzazione del vino Nero d’Avola e/o Frappato e/o Pignatello, singolarmente o congiuntamente fino a un minimo del 90%, più altre uve a bacca rossa autorizzate per un max del 10%.
Gradazione minima: 12°.
Il vino si presenta con la dicitura Riserva quando è maturato per 4 anni e ha una gradazione minima di 12,5°.

Sottozona
Eloro Pachino prodotto esclusivamente nel territorio di Pachino e il vino si presenta anche con la dicitura Riserva dopo una maturazione di due anni, di cui almeno 6 mesi in botti di legno, e una gradazione minima di 13°.

Eloro Rosato 
Uve consentite: concorrono alla realizzazione del vino le stesse uve del rosso, ma vinificate in rosato.
Gradazione minima: 11,5°.


Disciplinare di Produzione

Cerasuolo di Vittoria DOC

Zona di produzione: comprende una vasta area che include territori ricadenti nella provincia di Ragusa (comuni di Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e parte del territorio comunale di Ragusa), Caltanissetta (comuni di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino) e Catania (comuni di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone).

Tipologie:
. Vittoria Rosso: dal 50% al 70% di Calabrese o Nero d’Avola e dal 30% al 50% di Frappato, (Gradazione minima: 12°).
. Vittoria Calabrese o Nero d’Avola: Calabrese o Nero d’Avola minimo 85%, altri vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione siciliana, massimo 15%. (Gradazione minima: 12°).
. Vittoria Frappato: Frappato minimo 85%, altri vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione siciliana, massimo 15% (Gradazione minima: 12°).
. Vittoria Ansonica o Inzolia: Ansonica o Inzolia minimo 85% altri vitigni a bacca bianca, idonei, alla coltivazione nella regione siciliana, massimo 15% (Gradazione minima: 11,5°).
. Vittoria Novello: Calabrese o Nero d’Avola e/o Frappato, minimo 80%, altri vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella regione siciliana, massimo 20% (Gradazione minima: 11,5°).

Cerasuolo di Vittoria DOCG

Zona di produzione: comprende una vasta area che include territori ricadenti nella provincia di Ragusa (comuni di Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e parte del territorio comunale di Ragusa), Caltanissetta (comuni di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino) e Catania (comuni di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone).

Uve consentite: i vini a denominazione di origine controllata e garantita «Cerasuolo di Vittoria» e «Cerasuolo di Vittoria Classico» devono essere ottenuti da vigneti che in coltura mono o plurivarietale nell'ambito aziendale hanno la seguente proporzione ampelografica: dal 50% al 70% di Nero d'Avola e dal 30% al 50% di Frappato.


Cerasuolo di Vittoria “Classico” DOCG
(prodotto esclusivamente nei comuni di Vittoria, Santa Croce Camarina, Acate, Comiso, e Chiaramonte Gulfi)
Gradazione minima: 13°

Conserve di Pomodoro



"U strattu": il tradizionale concentrato di pomodoro siciliano 

 


"Fari u strattu" nella nostra provincia, Ragusa, non è una preparazione culinaria come altre, è un vero e proprio rito a cui tutta la famiglia deve sottostare. Ognuno, dai più piccoli ai più grandi,ha un ruolo adeguato all'età e al fisico; è un'operazione lunga, dura almeno tre giorni e non ci si possono concedere pause e distrazioni perchè il risultato potrebbe essere fatalmente compromesso. Quando eravamo piccoli il nostro compito era quello di girare la manovella della macchina spremipomodoro e poi quello più divertente di "riminare" (mescolare), quelle distese di passata di pomodoro nelle "maidde" al sole: durante quella continua operazione nelle ore più assolate della giornata, ci si abbronzava e si diventava di colore rosso fuoco; ogni tanto un dito si tuffava in quella crema golosa per leccarlo di nascosto. I grandi invece dissertavano se la luna fosse nel quarto propizio o se il vento fosse quello giusto: il terrore era ed è lo scirocco che invece di far addensare il pomodoro lo fa inacidire; bisognava far attenzione che le mosche, golose anche loro, non si tuffassero in quel mar rosso. Quando poi diventava denso come marmellata si teneva ancora qualche giorno "o friscu" in modo che si stabilizzasse, quindi veniva riposto nei vasi di vetro, più anticamente invece erano di terracotta "i stipa" e conservato per l'inverno. Ora sempre meno famiglie si dedicano a questo rito, non avendo la possibilità di una casa in campagna o di un terrazzo abbastanza ampio: purtroppo la tradizione  sta scomparendo ma, grazie alle nostre nonne, noi vogliamo cercare di recuperare quest'antica tradizione.

Gli ingredienti sono semplicemente tre: pomodori, sale, sole.

I pomodori devono essere perfettamente maturi e di ottima qualità: accertare la provenienza per evitare che siano stati trattati con prodotti chimici. I pomodori vanno lavati e messi a cuocere in grandi pentole di alluminio.

Si fa cuocere fino a quando si sarà spappolato completamente. La quantità di sale è la vera magia dell'operazione: non ci sono ricette codificate ma la sapienza dell'esperienza che fa rispondere alle nostre nonne quando gli chiediamo  "chiddu gghiustu"; non ci sono bilance, ma l'occhio esperto e i pugni pieni di sale grosso. La modernità ha suggerito delle varianti nella conservazione: per motivi salutistici abbiamo diminuito la quantità di sale perchè per una sicura conservazione ci avvaliamo del freezer.


Si passa il pomodoro: ormai la macchina non ha la manovella ma è elettrica ed è tutto molto più veloce.



Si versa la passata nelle "maidde" grandi contenitori di legno che ogni famiglia possiede.


Quindi si comincia a mescolare di continuo con un cucchiaio di legno in modo da far evaporare più velocemente l'acqua.


Il giorno dopo, quando sarà molto denso, si toglie dal sole e si fa asciugare in un luogo fresco e ventilato, dopo si sistema in contenitori di plastica che andranno riposti in freezer.Ora si può utilizzare quando si vuole rendere ricco un sugo oppure anche spalmato sul pane. Buon Appetito!



Pomodorini secchi e "capuliatu"  

 



Un obbligo dell'estate siciliana è senza dubbio la preparazione dei pomodori secchi da conservare per l'inverno " i pummaroru salati" e il "capuliatu" un intruglio molto versatile in cucina perchè si presta a molteplici usi.

Si utilizzano dei pomodori ciliegia dolcissimi e maturi (preferibilmente i Pomodori Ciliegino di Pachino IGP) vengono lavati,spaccati a metà, cosparsi di sale, sistemati su un asse di legno e posizionati al sole.

Adesso bisogna solo aspettare, ma con le temperature che abbiamo bastano due giorni.

Dopo aver perso tutta la loro acqua, sono secchi ma nello stesso tempo ancora morbidi. Naturalmente se si usano dei pomodori grossi il tempo di esposizione andrebbe prolungato.

I pomodorini vengono buttati in acqua bollente per due minuti per eliminare la possibile carica batterica o qualche eventuale corpo estraneo. Vengono scolati e messi su un canovaccio pulito ad asciugare. Le nonne a questo punto li sistemavano in barattoli di vetro a strati, conditi con qualche foglia di basilico e ricoperti d'olio; venivano usati per condire il pane caldo o come companatico per gli uomini che andavano a lavorare nei campi. Un altro metodo per conservare tutto il loro profumo intatto è metterli in freezer e condirli quando servono per preparare il tipico antipasto rustico.
Il "Capuliatu" parola dal dialetto "capuliari" vuol dire prendere a botte, forse in riferimento al fatto che i pomodori venivano spezzettati e "picchiati" con il coltello.

Oggi più semplicemente vanno messi in un mixer con olio extravergine d'oliva, aglio, origano, basilico e dei peperoncini freschi. La salsa che si ottiene è sublime per condire le pagnotte calde appena sfornate oppure come condimento per degli spaghetti superlativi. In ogni caso se dovete conservarla coprite il barattolo in cui la sistemate con altro olio e chiudete ermeticamente:di quanto sono appetitose non resisteranno per lungo tempo! Buon Appetito!






 

Il Pomodoro di Pachino IGP




Le quattro tipologie del pomodoro
 Uno dei luoghi comuni più diffusi identifica il vero pomodoro di Pachino con la varietà detta comunemente “ciliegino”. Niente di più sbagliato!
Il disciplinare del Pomodoro di Pachino IGP classifica e tutela ben quattro tipologie diverse di pomodoro, tutte con peculiarità diverse, e destinate a diversi segmenti di mercato. Sono tutte tipologie accomunate da un elevato grado brix, da una straordinaria resistenza post raccolta e da un colore brillante e attraente. Impariamo a conoscerli meglio, per sfruttarne le molteplici potenzialità d’impiego nella gastronomia di alta qualità.



Pomodoro di Pachino “tondo liscio”  Piccolo e rotondo, di colore verde scuro, inconfondibile per il gusto molto marcato. E’ molto apprezzato dai consumatori d’oltralpe. I suoi frutti sono di consistenza ineguagliabile.



Pomodoro a “grappolo” A grappolo o snocciolato, può essere verde o rosso. Tondo, liscio, dal colore brillante e attraente, con il colletto verde molto scuro. Il suo peso varia in base alla salinità del terreno di coltivazione.



Pomodoro di Pachino “costoluto” Frutto di grandi dimensioni, esteticamente molto attraente, dalle coste marcate, di colore verde molto scuro e brillante. Questa tipologia ha conquistato il favore del consumo nazionale sostituendo nel periodo invernale (periodo ottimale per la produzione di questa tipologia) il tondo insalataro. Il pomodoro costoluto evidenzia le migliori caratteristiche se coltivato in terreni la cui salinità è molto alta.

Pomodoro di Pachino “ciliegino” Caratteristico per l’aspetto “a ciliegia” su un grappolo a spina di pesce con frutti tondi, piccoli, dal colore eccellente e il grado brix elevato.


Calendario di produzione Il ricorso alla coltura protetta, prevista dal nostro disciplinare di produzione, unitamente alle condizioni climatiche favorevoli dell’area favoriscono la produzione del pomodoro di Pachino per quasi tutto l’anno, con leggere variazioni di disponibilità in base alla tipologia prodotta. Ad esempo disponibilità annua di pomodoro di Pachino nella tipologia “ciliegino” copre tutti i mesi dell’anno. Le tipologie a “grappolo” e “tondo liscio” sono disponibili sempre, fatta eccezione per i mesi estivi. La tipologia “costoluto” copre il periodo che va da Dicembre a Maggio.

VALORI NUTRIZIONALI


I pomodori sono ricchi d'acqua, che ne costituisce oltre il 94%; i carboidrati rappresentano quasi il 3%, mentre le proteine sono calcolate intorno all'1,2%, le fibre all'1% e, da ultimo, i grassi rappresentano solamente lo 0,2%. Per questo, cento grammi di pomodoro fresco apportano solamente 17 Kcal.
I pomodori contengono discreti quantitativi vitaminici come Vitamine del gruppo B, acido ascorbico, vitamina D e, soprattutto, vitamina E,.
Cospicua anche la componente minerale: ferro, zinco, selenio, fosforo e calcio associati a citrati, tartrati e nitrati
Modico anche il contenuto di acidi organici, quali malico, citrico, succinico e gluteninico.


CURIOSITA'

Pomodoro nella cosmesi
Le proprietà del pomodoro vengono sfruttate anche nella cosmesi: per esempio, applicando sulla pelle delle mani un composto preparato mescolando il succo di pomodoro con glicerina e sale, queste risulteranno morbide e levigate. Da non dimenticare, che molte maschere di bellezza sono formulate con estratti di pomodoro, utile per le proprietà nutrienti, rassodanti e tonificanti.
Da ultimo, anche per alleviare l'acne è consigliata l'applicazione di una crema preparata con il pomodoro.



Questo ortaggio da vita ad una serie di conserve che tempi addietro i nostri nonni usavano come sostentamento e anche come merce di scambio tra vicini di casa, queste conserve sono: Capuliatu (pomodoro essiccato e mecinato), Ciappiri (pomodoro essiccato e conservato sott’olio) e “U Strattu”( estratto di pomodoro).  


Disciplinare di produzione

La Melanzana




La melanzana, il cui nome scientifico è Solanum Melongena, è una bacca carnosa con polpa biancastra e spugnosa, spesso dal sapore amarognolo e piccantino;  all’interno della  polpa di questo ortaggio fresco vi sono più o meno numerosi semi schiacciati dal colore bianco, ambrato o giallo.
La pianta della melanzana appartiene alla famiglia delle Solanaceae,della quale fanno parte anche altri prodotti ortofrutticoli quali le patate, i peperoni e i pomodori: questa specie di pianta infatti  comprende al suo interno  almeno 85 generi e 2200 specie di piante diverse. Al momento dell'acquisto della melanzana bisogna fare attenzione che il picciolo (o peduncolo) sia ancora attaccato all’ortaggio (in alcune varietà di melanzana il picciolo è di colore verde brillante, mentre in altre varietà è di colore bronzato-nero) e non abbia parti secche.
La buccia della melanzana si presenta liscia e tesa: la mancanza di ammaccature, parti nere o ammuffite determina generalmente la freschezza dell’ortaggio.
La polpa della melanzana al tatto deve presentarsi soda, non dura (poiché sarebbe non ancora matura), ma nemmeno troppo molle (perché sarebbe indice di avanzata maturazione, e al gusto si presenterebbe troppo stopposa e con sapore molto amaro).
La presenza di una piccola protuberanza alla base della melanzana indica generalmente che la polpa di questo ortaggio fresco è compatta e con pochi semi.
Sono molte le varietà di melanzana presenti sul mercato ortofrutticolo mondiale: esse si distinguono generalmente per forma (possono essere di forma rotonda, ovale o allungata) e per colore (dal bianco al rosato violetto, al viola scuro), oltre che per il sapore, che può essere molto delicato (come ad es. la varietà Larga Morada) oppure più deciso e piccante (come ad es. la varietà Violetta di Napoli).



Le varietà di melanzane coltivate sul nostro territorio sono:

  •  La BELLA VITTORIA: varietà di melanzana a pianta vigorosa e precoce. Questa melanzana è a forma tonda con superficie liscia e buccia lucente di colore viola scuro;
  • La PERLINA DI COMISO: varietà di melanzana a pianta di taglia medio-bassa, ha la forma allungata ed è di piccole dimensioni (varietà conosciuta anche come Baby Melanzana), si pensi che in media pesa solo 35gr. Questo tipo di melanzana ha forma allungata e cilindrica, con la superficie liscia e buccia sottile, di colore violetto.
Questo particolare ortaggio si presenta con la forma molto simile a quella di un pomodoro, e con la buccia di colore rosso-arancione. Varietà di melanzana dalla polpa  fruttata che, diversamente dalle altre tipologie di melanzane, non annerisce nemmeno dopo ore dal taglio. Il profumo di questa particolare melanzana è piuttosto intenso e ricorda quello del fico d'India, mentre il sapore è leggermente piccante. Il periodo di produzione di questo ortaggio è da metà Luglio al mese di Ottobre.

VALORI NUTRIZIONALI


La melanzana, essendo un prodotto ortofrutticolo con un valore nutritivo piuttosto basso, ha  poche calorie e un basso contenuto di grassi, proteine, glucidi e pochi zuccheri; per questo motivo.
Con le sue poche calorie (solo 18 Kcal per 100g di prodotto), la melanzana è  inoltre ricchissima di acqua (che favorisce l'attività dei reni), di potassio (ottimo supporto di sali minerali, soprattutto nella stagione estiva), di vitamina A e C, di fosforo, di calcio e tannino.

CURIOSITA'


Le melanzane possono essere conservate in frigorifero per 4-5 giorni : per la conservazione in frigorifero è preferibile la melanzana integra e con picciolo; inoltre le melanzane possono essere congelate a fette, dopo essere state sbollentate in acqua bollente per qualche minuto.
La polpa della melanzana viene utilizzata anche in cosmesi, nella preparazione di creme e maschere per il viso.
Innumerevoli sono le proprietà benefiche di questo tipo di ortaggio fresco: la melanzana infatti, oltre alle caratteristiche sopra menzionate,  viene utilizzata anche come rimedio popolare casalingo  per un effetto nutriente della pelle: è sufficiente schiacciare la polpa della melanzana e applicarla sul viso, da sola o preferibilmente mescolata allo yogurt, per migliorarne l'effetto benefico.









La Fava Cottoia di Modica




Nome Scientifico: Vicia faba L. o Faba vulgaris
Famiglia:  Fabaceae

 La pianta presenta un fusto eretto e grosso, a sezione quadrangolare e molto ramificato alla base; la radice è fittonante e mostra numerose ramificazioni. La crescita della pianta delle fave è ascrivibile a quella di un fagiolo verde gigante, dal baccello carnoso e cilindrico.
All'interno del baccello, dalla lunghezza media di circa 20 cm, si trovano i semi giallognoli-brunastri, piatti, ovali, larghi e polposi; le foglie, pennato-composte e stipolate, sono costituite da gruppetti di 2-6 foglioline più piccole.
Viene utilizzata sia fresca che secca a questo proposito ricordiamo la Fava Cottoia di Modica.

VALORI NUTRIZIONALI

Calorie 310 Kcal
Proteine 21 g
Lipidi 3 g
Glucidi 53 g
Vitamine B1 PP
Minerali Ferro, Calcio

CURIOSITÀ


Nel nostro territorio ibleo esiste la Fava Cottoia di Modica nuovo presidio Slow Food.


Cicerchia (Ciciruocculu);




Nome scientifico: Cicerula.
 
E’ una pianta simile al cece, il seme è di forma molto irregolare, così che si presenta alla vista molto simile alla “breccia” di un fiume. La raccolta avviene nei mesi di giugno e luglio. Il prodotto secco è disponibile tutto l'anno. Si produce in tutto il territorio siciliano.

VALORI NUTRIZIONALI

 Ricca di proteine ed amidi, vitamina B1 B2 e PP, calcio, fosforo, fibre alimentari.

CURIOSITA'

Un antico detto dice: ”Sei come una cicerchia”, nel senso che non vali niente, perché era il cibo che mangiavano i contadini quando non avevano niente di che sfamarsi.

 



La Carota novella IGP d' Ispica




Ha delle caratteristiche uniche, quali la precocità di maturazione, la croccantezza, il profumo, il colore ed il sapore, nonché la ricchezza di carotene e glucosio. Tale produzione, è caratterizzata dal suo ciclo produttivo e dalla sua qualità.

La Carota Novella d’Ispica IGP è un prodotto della coltivazione della specie Daucus carota e la subspecie Sativus Arcangeli, Le varietà utilizzate derivano dalla semilunga nantese e i relativi ibridi.
La Carota di Ispica Igp raggiunge la maturazione commerciale già alla fine di febbraio (20 febbraio), da cui “Novella”, ed è in commercio fino agli inizi di giugno.


Punti di forza

- Croccantezza, lucentezza, stagionalità, tempestività di maturazione, colore e sapore
- Valenze organolettiche e salutistiche del prodotto: ricchezza di carotene e glucosio, quantità medie di glucidi non inferiori al 5% e contenuti in beta-carotene simili a quelli della carota estiva
- Sensibilità dei consumatori verso i prodotti a denominazione protetta quali sinonimi di garanzia di qualità
- Le aziende socie sono referenziate nelle principali catene di distribuzione con altri prodotti orticoli e con la carota novella di Ispica

- I costi della carota Novella di Ispica IGP sono competitivi
- Rispetto dell’ambiente e consumo ecocompatibile.

Debolezze:
- Periodo di commercializzazione ridotto ai mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio fino al 15 giugno massimo
- Non esiste una organizzazione commerciale che concentri l’offerta dei soci
- Difficoltà a penetrare nei canali della Grande Distribuzione Organizzata in quanto già è presente la carota di Ispica convenzionale e con delle ottime qualità e pertanto i responsabili GDO sono piuttosto restii far crescere la domanda di un prodotto presente solo alcuni mesi dell’anno e prodotto esclusivamente da pochi produttori anche se con un potenziale produttivo soddisfacente
- La qualità del prodotto certificato dipende molto anche dalle condizioni climatiche e pertanto di anno in anno non è possibile fare delle previsioni specifiche ma solo approssimative
- Non esiste una organizzazione commerciale a cui far capo per elaborare ed adottare strategie di marketing comuni.

VALORI NUTRIZIONALI

La carota è una vera e propria miniera di minerali: ferro, calcio, magnesio, rame,zinco, contiene vitamine del gruppo B, PP, D, E , C e soprattutto beta- carotene, trasformato in vitamina A dall’organismo.


Fagiolino





Nome scientifico: Phaseolus vulgaris.
Famiglia: Leguminose Papilionacee.

E’ una pianta erbacea annua.
I frutti sono baccelli contenenti piccoli semi: se nei fagioli si mangiano soltanto i semi dei baccelli, nei fagiolini è commestibile anche il legume intero.

VALORI NUTRIZIONALI


Calorie 18 Kcal
Proteine 2,1g
Carboidrati 2,4g
Fibre 2,9g
Minerali Potassio
Vitamine A, C

CURIOSITA'

Il fagiolino presenta un ciclo biologico piuttosto breve: addirittura, in alcune coltivazioni, non supera i 2 mesi.

La Cipolla di Giarratana

fonte



Caratteristiche peculiari di questo ortaggio sono: bulbi dalla forma schiacciata con tunica di colore biancastro, polpa bianca e sapida, ma non pungente e il peso che normalmente è di circa 500 grammi, ma che può anche superare i due chilogrammi.

E’ un ortaggio unico dal sapore dolcissimo e molto aromatica, si presenta più carnosa e chiara delle cipolle comuni. Essa è prodotta nella maggior parte nel territorio di Giarratana, dove si coltiva una varietà medio grossa così detta la "bianca", dalle sue caratteristiche peculiari. La produzione è concentrata nel periodo di Luglio e Agosto.

VALORI NUTRIZIONALI

Essa è composta da un olio solforato che fornisce all’ortaggio un gusto e un aroma tipici, da acqua e da proteine, mentre i grassi sono quasi completamente assenti. Discreti sono anche i quantitativi di vitamine e sali minerali.

CURIOSITA'
Grazie alle dimensioni molto grandi viene spesso utilizzata come “cucchiaio” per contenere le fave cottoie dell’altopiano modicano.
Per gustare l'ottima cipolla di Giarratana da non perdere è l'annuale Sagra che si svolge il 14 Agosto. Si sta lavorando per dare al prodotto la denominazione  IGP.

Presidio Slow Food

Disciplinare di produzione